L’Associazione Ente Palio San Floriano contribuisce a riscoprire, rievocare, valorizzare e diffondere la storia e le tradizione della città di Jesi e dei Comuni della Vallesina, con particolare riferimento alla commemorazione di San Floriano, compatrono e Santo protettore della città e della Valle.
L’evento principale organizzato e promosso dall’associazione è il “Palio di San Floriano”.
Proclama del Palio di San Floriano
“A voi tutti illustrissimi Sindaci, Gonfalonieri,
liberi e gloriosi Comuni convenuti nella nostra antica città di Jesi,
onore, pace, salute.
La vostra presenza e quella dei vostri gonfaloni testimoniano
come la memoria storica
è maestra di un radioso futuro,
dove comprensione, dialogo, tolleranza ed integrazione
ci permettono di porre
un grande suggello
sulla parola più cara ad ogni comune mortale:
libertà.
Il leone rampante del nostro comune
saluta riverente i vostri stemmi
e nell’armonia dei colori
proclama il più fedele atto
di amicizia, pace, fratellanza.
La cooperazione fra tutte
le forze produttive dei nostri comuni
è il valore storico più elevato
per riproporre
la grandezza del territorio dove
uomini di grande talento, ingegno
abnegazione, spirito di sacrificio,
affermano ancora oggi
in Italia e nel Mondo
il valore storico, culturale e umano
della terra della Vallesina.
La festa del Palio
e il Palio stesso
sono un appuntamento importante
per far convergere in un unico intento programmatico
tutti i nostri bisogni culturali,
spirituali, economici,
ambientali e sociali.
E così questo millennio
ci proietterà nel futuro
con la consapevolezza
che uniti si coopera
per un proficuo interesse comune.
Come i padri
ci hanno consegnato
una profonda ricchezza
di valori umani,
così noi abbiamo l’obbligo
etico e morale
di consegnare ai nostri giovani
prospettive di sana competizione,
motivo essenziale per incontrarsi
e per crescere insieme.
Onore, lealtà, rispetto,
valori dimenticati dai più
nel convulso frastuono dei consumi,
noi non li abbiamo dimenticati,
anzi li abbiamo
custoditi gelosamente
perché prodotto genuino
venuto dalle nostre terre
parte fondamentale
delle nostre radici.
Radici che proprio
attraverso il Palio
desideriamo consegnare al futuro
affinché esso vi si colleghi
e tragga il vitale alimento
della laboriosità e della continuità
da sempre espresse nella storia.
Nella certezza
che ci sia sempre più
un mondo a misura d’uomo
dove sia possibile respirare
sempre più una grande giustizia,
con queste premesse e promesse
auspichiamo al Palio
una radiosa e perenne vita.”
IN FESTO SANCTI FLORIANI
Mille anni dopo la morte di San Floriano, avvenuta nel 304 d.C. sotto l’imperatore Diocleziano, era ancora vivo il culto del martire cristiano, compatrono di Jesi insieme a S. Settimio.
La prima attestazione della presentazione del Pallio nel giorno della Festa di S. Floriano, è del 14 settembre 1227, quando Jesi impose al Castello di Apiro, nella diocesi di Camerino, di sottomettersi.
Il culto di S. Floriano veniva celebrato con una festa che era caratterizzata da tre avvenimenti principali: la cerimonia religiosa di presentazione del Pallio (dal latino pallium, mantello) il 4 maggio, da parte dei Comuni assoggettati a Jesi; i giochi, svolti in onore del Santo, e infine la fiera, a cui partecipavano non solo i cittadini di Jesi, ma anche individui provenienti dal Contado e dalle regioni confinanti.
Il pallio era uno stendardo di seta e di vari colori: rosso, nero, verde, giallo, d’oro, a tinta unita o decorato di rose, fiori ecc. Su di esso era ricamata o disegnata la figura di S. Floriano o il leone rampante, simbolo di Jesi e di molti castelli del contado.
Alla vigilia della festa ogni castello eleggeva un proprio rappresentante che aveva il compito di recarsi alla cerimonia a cavallo, portando con sé il pallio sospeso ad un’asta o lancia e della cera per la chiesa del Santo, offerta poi sostituita con del denaro. I partecipanti, scortati dall’ “Armata pro Festa Sancti Floriani”, e accompagnati da una folla numerosa, attraversavano le principali vie di Jesi, al suono di trombe e flauti, fino a giungere alla piazza S. Floriano, odierna piazza Federico II.
Arrivati all’ingresso della chiesa di S. Floriano, dove aspettavano le maggiori autorità cittadine, Gonfaloniere, Podestà e tutte le massime cariche istituzionali, veniva eseguito l’appello nominale dei Castelli assoggettati in ordine decrescente di importanza e di grandezza, facendo ad uno ad uno il nome delle città che dovevano presentare lo stendardo e, allo stesso tempo, giurare fedeltà e ubbidienza alla città di Jesi. All’appello rispondeva il portatore del pallio, il quale, agitandolo, affermava la propria presenza, protendendo il braccio con il vessillo verso il Gonfaloniere o Podestà di Jesi.
Questi, nel prenderlo in consegna, verificava la fedeltà del Castello rappresentato, dopodiché, dagli stessi portatori, gli stendardi venivano introdotti in chiesa ed appesi alle finestre.
Terminata la cerimonia religiosa, la festa continuava in piazza, dove avevano luogo danze, banchetti e gare.
Ad allietare gli spettatori vi erano anche dei giochi: il più atteso era la gara dell’anello che si disputava o di pomeriggio o di sera. Era la gara di abilità più importante e popolare ed era aperta a Jesini e forestieri.
La fiera di S. Floriano durava otto giorni, dal 30 aprile all’8 maggio, quattro prima e quattro dopo la festa vera e propria.
Il Palio di San Floriano attuale, pur ispirandosi alla festa medievale In Festo Sancti Floriani, ha uno svolgimento e delle finalità diverse. Tutti i diritti sulla manifestazione, logo e nome, sono registrati presso la Camera di Commercio di Ancona in quanto proprietà intellettuale nata nel 1994 e aggiornata nel 2014 sempre all’interno dell’associazione Ente Palio San Floriano, in ogni sua forma.